mercoledì 28 aprile 2010

Barcellona Pozzo di Gotto, SOS Calderà


"Il rischio è quello di trovarsi con i liquami fognari e i relativi odori nella stagione più calda dell’estate, acuendo di fatto tutti i disagi già presenti". Roberto Isgrò, responsabile territoriale della Cisl a Barcellona Pozzo di Gotto lancia l’allarme sulla grave condizione ambientale che si registra alla foce del torrente Longano a Barcellona, nelle zone di Spinesante e Calderà. "Da mesi i cittadini si attendono un intervento di ripristino della rete fognaria comunale che serve a portare i liquami di Barcellona verso il depuratore – continua – ma inutilmente. Invitiamo il Sindaco di Barcellona a porre in essere tutte le iniziative che sono di propria competenza al fine di provvedere a ripristinare le condizioni di igiene e salvaguardare la salute della popolazione. Gia l'anno scorso, alla fine della stagione estiva abbiamo sollecitato l’amministrazione ad attivarsi per affrontare complessivamente la situazione e programmare una soluzione per risolvere definitivamente i problemi del sistema idrico integrato".

Per la Cisl di Barcellona vi è una carenza strutturale del sistema di accumulo e distribuzione acqua potabile, in particolare nelle zone di Caldera - Cicerata, Oreto, Carmine-Marsalini, Nasari – Immacolata - San Giovanni - San Francesco-Aia Scarpaci - nuova Ferrovia, Idria e Pozzo di Gotto zona storica.

"Purtroppo – sostiene Isgrò – le difficoltà ormai sembrano diffuse in tutta la città e il risultato è anche il divieto di balneazione per quasi l’intero lungomare di Barcellona Pozzo di Gotto. Ribadiamo la necessità che l’acqua rimanga un bene pubblico, libero ed economico soprattutto per le classi più deboli e svantaggiate economicamente. A tal fine invitiamo l’amministrazione a rivedere il sistema di captazione delle acque valutando la possibilità di ricerca di nuovi fonti o sorgenti a caduta dalle nostre montagne e colline, raggiungendo cosi con semplicità gli obiettivi di economicità, efficienza e continuità nell’erogazione dell’acqua per tutta la comunità".

Roberto Isgrò sostiene la possibilità di sganciarsi dalle logiche di ATO e Consorzi: "Barcellona Pozzo di Gotto non ne ha bisogno, basta con il tentativo di saccheggiare gli stipendi, i salari e le pensioni, soprattutto nei servizi collettivi, acqua, fogna e rifiuti solidi urbani gestiti o controllati direttamente o indirettamente dagli enti locali. Invitiamo l’amministrazione comunale a operare delle scelte coraggiose e coinvolgere la città".

Tratto da www.amnotizie.it


martedì 27 aprile 2010

BARCELLONA POZZO DI GOTTO: l'orgoglio di una città "buttato" in un cassonetto!

Città: centro abitato di considerevole estensione comprendente un gran numero di edifici disposti più o meno regolarmente, dotato di servizi pubblici e AMMINISTRAZIONE PROPRIA. Questa è la definizione che tutti possono trovare su qualsiasi dizionario della lingua italiana e che ci fornisce il significato, grammaticalmente esatto, del termine città. Se dovessimo porre all'attenzione dei cittadini di Barcellona P.G. questa stessa definizione, la maggior parte di essi, aldilà del significato letterale, la riterrebbe insufficiente e poco esaustiva riguardo alla condizione della città del Longano, la quale non si riconosce più come tale, in quanto assomiglia sempre di più ad un centro abitato abbandonato a se stesso, senza alcun controllo sulla paesaggistica urbana. Da molti, anzi troppi mesi, i servizi pubblici e l'amministrazione locale sono divenuti sordi, ciechi e totalmente indifferenti di fronte allo scempio che si sta via via realizzando in tutta la cittadina. Il biglietto da visita della città è ormai rappresentato dalle innumerevoli montagne di rifiuti che invadono tutte le strade del centro e della periferia. Camminando per le vie di Barcellona è impossibile ignorare come i cumuli di spazzatura aumentino giorno per giorno, ostacolando, addirittura, la circolazione dei veicoli e dei pedoni. I cassonetti, ormai, non si vedono più: sono totalmente sommersi da sacchetti, scatoloni e quant'altro i cittadini buttano in queste "aree" divenute, ormai, discariche a cielo aperto. Rendere in poche righe la vergogna di un simile scenario non è cosa facile. E' inammissibile che in una società civile, in una città facente parte dell'Unione Europea, si debba assistere ad un degrado del genere. A cosa serve aprire nuovi e lussuosi negozi, costruire piazze (alcune di dubbio gusto e funzionalità), organizzare eventi, se poi le cronache locali sono costrette ad occuparsi delle "denuncie" riguardanti l'allarme-spazzatura? Ma questo quadro, mal dipinto e di basso livello, presenta una cornice, se vogliamo, ancora più discutibile, per usare un eufemismo. Se la vista non è appagata da questo paesaggio del tutto rovinato dalla "monnezza", l'olfatto non gode di certo di maggior fortuna. Il nauseabondo "odore" che proviene dai cassonetti e da numerosissimi angoli della città (e che siamo costretti ad inalare), nulla ha a che vedere con i freschi ed inebrianti profumi della primavera. Questa puzza davvero fastidiosa, oltre che ledere il buon gusto del nostro naso, è assolutamente nociva per la nostra salute ed è impregnata, oltre che nell'aria, anche nell'asfalto delle strade. ESAGERAZIONE??? MAGARI!!! Purtroppo questa è la realtà che si "respira" a Barcellona Pozzo di Gotto da quando "qualcuno" ha deciso di non effettuare la raccolta dei rifiuti e di lasciarli come cimeli archelogici per tutta la città.
Tanti "perchè" sorgono riguardo a questa situazione, ma altrettanti silenzi si nascondono dietro le numerose richieste di intervento. Viviamo in uno Stato di diritto, piena espressione di democrazia e civiltà... Ma ci rendiamo conto di cosa tutto ciò voglia dire? Ogni giorno ci battiamo per uno Stato migliore, per difendere i nostri diritti, per provare a godere di una vita che sia degna di essere definita tale; allora perchè non PRETENDERE, da chi di dovere, di vivere in una città PULITA, in una città della quale essere orgogliosi anche per il paesaggio che la abita? Anche questo è un diritto e come tale va difeso e tutelato. I nostri politici si ricordano sempre di noi al momento delle elezioni per ottenere il nostro voto, promettendo, spesso e volentieri, mari e monti in cambio. Noi non dobbiamo arrivare a tanto; non ci devono interessare nè i mari, nè i monti, ma semplicemente dobbiamo pretendere ciò che spetta di diritto alla comunità intera, a partire dalla dignità dell'intera città, che inizia proprio dall'ambiente in cui viviamo. E' ora di dire basta non solo a parole. Riappropriamoci della nostra città che troppe umiliazioni sta subendo, per tornare ad essere fieri ed orgogliosi di essere riconosciuti come BARCELLONESI!

Autrice: Angela Buglisi