Città: centro abitato di considerevole estensione comprendente un gran numero di edifici disposti più o meno regolarmente, dotato di servizi pubblici e AMMINISTRAZIONE PROPRIA. Questa è la definizione che tutti possono trovare su qualsiasi dizionario della lingua italiana e che ci fornisce il significato, grammaticalmente esatto, del termine città. Se dovessimo porre all'attenzione dei cittadini di Barcellona P.G. questa stessa definizione, la maggior parte di essi, aldilà del significato letterale, la riterrebbe insufficiente e poco esaustiva riguardo alla condizione della città del Longano, la quale non si riconosce più come tale, in quanto assomiglia sempre di più ad un centro abitato abbandonato a se stesso, senza alcun controllo sulla paesaggistica urbana. Da molti, anzi troppi mesi, i servizi pubblici e l'amministrazione locale sono divenuti sordi, ciechi e totalmente indifferenti di fronte allo scempio che si sta via via realizzando in tutta la cittadina. Il biglietto da visita della città è ormai rappresentato dalle innumerevoli montagne di rifiuti che invadono tutte le strade del centro e della periferia. Camminando per le vie di Barcellona è impossibile ignorare come i cumuli di spazzatura aumentino giorno per giorno, ostacolando, addirittura, la circolazione dei veicoli e dei pedoni. I cassonetti, ormai, non si vedono più: sono totalmente sommersi da sacchetti, scatoloni e quant'altro i cittadini buttano in queste "aree" divenute, ormai, discariche a cielo aperto. Rendere in poche righe la vergogna di un simile scenario non è cosa facile. E' inammissibile che in una società civile, in una città facente parte dell'Unione Europea, si debba assistere ad un degrado del genere. A cosa serve aprire nuovi e lussuosi negozi, costruire piazze (alcune di dubbio gusto e funzionalità), organizzare eventi, se poi le cronache locali sono costrette ad occuparsi delle "denuncie" riguardanti l'allarme-spazzatura? Ma questo quadro, mal dipinto e di basso livello, presenta una cornice, se vogliamo, ancora più discutibile, per usare un eufemismo. Se la vista non è appagata da questo paesaggio del tutto rovinato dalla "monnezza", l'olfatto non gode di certo di maggior fortuna. Il nauseabondo "odore" che proviene dai cassonetti e da numerosissimi angoli della città (e che siamo costretti ad inalare), nulla ha a che vedere con i freschi ed inebrianti profumi della primavera. Questa puzza davvero fastidiosa, oltre che ledere il buon gusto del nostro naso, è assolutamente nociva per la nostra salute ed è impregnata, oltre che nell'aria, anche nell'asfalto delle strade. ESAGERAZIONE??? MAGARI!!! Purtroppo questa è la realtà che si "respira" a Barcellona Pozzo di Gotto da quando "qualcuno" ha deciso di non effettuare la raccolta dei rifiuti e di lasciarli come cimeli archelogici per tutta la città.
Tanti "perchè" sorgono riguardo a questa situazione, ma altrettanti silenzi si nascondono dietro le numerose richieste di intervento. Viviamo in uno Stato di diritto, piena espressione di democrazia e civiltà... Ma ci rendiamo conto di cosa tutto ciò voglia dire? Ogni giorno ci battiamo per uno Stato migliore, per difendere i nostri diritti, per provare a godere di una vita che sia degna di essere definita tale; allora perchè non PRETENDERE, da chi di dovere, di vivere in una città PULITA, in una città della quale essere orgogliosi anche per il paesaggio che la abita? Anche questo è un diritto e come tale va difeso e tutelato. I nostri politici si ricordano sempre di noi al momento delle elezioni per ottenere il nostro voto, promettendo, spesso e volentieri, mari e monti in cambio. Noi non dobbiamo arrivare a tanto; non ci devono interessare nè i mari, nè i monti, ma semplicemente dobbiamo pretendere ciò che spetta di diritto alla comunità intera, a partire dalla dignità dell'intera città, che inizia proprio dall'ambiente in cui viviamo. E' ora di dire basta non solo a parole. Riappropriamoci della nostra città che troppe umiliazioni sta subendo, per tornare ad essere fieri ed orgogliosi di essere riconosciuti come BARCELLONESI!Autrice: Angela Buglisi
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